Petalo, non petaloso!

Annabaldo

Idee creative che mi sono piaciute in questi giorni.

Scusate non ho resistito, perché da quando è uscito “petaloso”, io (da copy) me lo sarei vietato come farei con un osceno doppio senso. Invece è leggero ed elegante, e così l’hanno chiamato “Petalo”, l’ultimo nato in casa Legnopan “ai tempi del coronavirus” (altra locuzione che ho bandito già ai primi di marzo, perché la troppa esposizione mi ha dato l’orticaria. Ma niente, tutti a fare qualunque cosa all’ombra di questa specifica, a quanto pare irrinunciabile).

Torniamo seri. Anche in questo caso mi piace sottolineare la capacità di reagire che alcune imprese stanno dimostrando. Si badi, non trovo per nulla geniale la bustina con dentro una dose di spritz (se non altro per la somiglianza con il trasporto di fluidi organici, che proprio mi fa rifiutare l’associazione) né tanto meno il suo gongolante elogio in conferenza stampa, come segno di una stirpe di sangue superiore.

Mi piace invece vedere come alcuni imprenditori hanno dimostrato lucidità e capacità di reagire, lanciando di fatto un messaggio di quella che chiamerei speranza concreta, quella che non si affida al cielo ma si dà da fare mettendo in gioco ogni risorsa a disposizione. Lo abbiamo visto fare dai medici e dai ricercatori, e da ogni altro professionista che sta gestendo un’estenuante emergenza, prima di tutto in campo sanitario.
A ciascuno il proprio ambito. Qui parliamo di imprenditori che hanno messo insieme una serie di stimoli, li hanno smontati a pezzettini, hanno riunito le loro forze (immagino le più creative e quelle più assertive, rivolte a risolvere i problemi) fino ad uscirsene con un’idea che rappresenta una proposta al quesito di come riprendere le attività, le proprie e quelle altrui.

Quali sono i pezzi del lego, stavolta?

Un’azienda di pannelli in legno (descrizione super concentrata e altrettanto poco rispettosa della ramificata attività di Legnopan, ma qui andiamo di grosso), il polso della situazione nel settore ristorazione (presumibilmente per contatti personali con titolari di locali), la domanda ricorrente “come faccio a realizzare il social-distancing portando le persone dentro il mio locale, senza però blindarle?” e tutta una serie di ostacoli, o sfide che dir si voglia, che hanno portato alla definizione di un oggetto che doveva essere: leggero, trasparente ma percettibile (se no si finisce come i passeri con le barriere in autostrada, e non è bello), elegante. Ma anche rispettoso dell’ambiente, resistente e flessibile, possibilmente non troppo costoso.

Chiedevano troppo? Sì e no, perché alla fine Petalo è tutto questo.

I pochi dettagli tecnici che ho chiesto si riassumono in: cornice autoportante in fibra di legno ad alta densità, ultraleggero, e un plexiglass sottile ma pur sempre consistente. Circonda il tavolo, permettendo il servizio. Si sposta a piacere e lascia comunque intravvedere l’ambiente senza limitarne la luminosità. Pensato per il ristorante ma anche per altri contesti, ad esempio dove ci si trovi a fare una fila.

Dall’idea al prototipo, alla messa in produzione è passata circa una settimana. I primi ordini arrivati subito da diverse zone d’Italia, forse grazie anche a contatti diretti con alcuni ristoratori, in attesa che si capisca quali siano veramente gli accorgimenti che consentiranno di riprendere la ristorazione.

 

NOTA 1 – Legnopan è un mio cliente, per loro curo una pubblicazione periodica. Non faccio per loro l’ufficio stampa (stavolta dico “purtroppo”) cosa che mi avrebbe impedito di fare la recensione, anche se questo scritto esce solo sulla mia paginetta personale, di cui sono signora e padrona. In virtù di questo, mi prendo pure le libertà di usare toni ironici, spero non irrispettosi, come si confà al mio pensare, e qualche scorciatoia espressiva. Non me ne vogliano i diretti interessati. Le RnR funzionano così, nella più totale libertà di giudizio, come sempre dovrebbe essere ma come raramente di fatto ci si trova a poter fare. Qui posso.

NOTA 2 – Petalo si assembla in poche semplici mosse. Ci fa pensare un po’ a Ikea, e questo lo rende ancora più simpatico. (Sul sito dell’azienda in bella evidenza ci sono tutte le info e le istruzioni per il montaggio da scaricare).

NOTA 3: Ribadisco quanto già scritto per un altro caso che ho raccontato: resta prioritaria la mia ammirazione per le aziende che stanno contribuendo fattivamente con donazioni, in denaro oltre che servizi, a favore di quanti (ospedali, associazioni) sono in prima fila nell’emergenza sanitaria. Confindustria Vicenza le racconta sotto l’hashtag #perilbeneditutti.