Niente paura, non ce l’ho la ricetta, non so dirvi in quattro mosse facili come scrivere un ebook, proprio perché di mestiere, alla fine, scrivo. Quel “alla fine” è la parte che mi piace di più, ma ne parliamo un’altra volta.
Ho googlato questa domanda per vedere cosa esce, e sono tutte cose interessanti. Intanto tra i risultati c’è “perché scrivere un ebook”, e io partirei proprio da questo. Non vi sto a fare lo spiegone sul perché, vi rimando ai concetti di autorevolezza e brand, e mi fermo qui, che già questa è tanta roba. Facciamo che il perché lo sapete già da voi, oppure che non lo sapete ma vedete che lo fanno in tanti (magari i vostri competitor? ohibò) e quindi lo volete fare anche voi. Nella migliore delle ipotesi vi spinge il fatto che sentite di avere qualcosa da dire, in termini di competenza (volete dare il vostro apporto al mondo, ed è cosa buona e giusta), o avete una storia pazzesca che deve assolutamente essere raccontata. Sempre per far sapere che voi, sulla vostra materia, siete una voce autorevole.
La comunicazione nell’era della sincerità
Chi mi conosce sa (e gli altri lo sapranno tra pochissimo) che detesto una buona fetta della comunicazione attuale, quella che vi vuole “il numero 1”, “il migliore in assoluto sul mercato”, ma anche l’unico ideatore intergalattico di un Vostro Metodo (le maiuscole sono una citazione, voluta), che non è altro che ammantare di paroloni una cosa che, proprio come l’acqua calda, esiste già e viene usata da molti. Cos’è, Annabaldo Tuttaunaparola, vorresti fare comunicazione contravvenendo alle regole imperanti della comunicazione? Assolutamente sì (sarebbe “assolutissimamente sì” per fare un’altra citazione, coltissima), perché i veri fighi sono quelli che vanno controcorrente. Ci avete fatto caso? Poi ci sono i furbi, per la verità, quelli che prima creano la corrente e, siccome sono i primi, si godono il successo. Ma quando arrivano tutti, se ne escono con una loro “gurata” e dicono che quella stessa cosa è una scemata. Io, invece, sono proprio Bastiancontrario dentro, e faccio come ritengo sia il caso di fare, al di là dei trend.
Credo che il Terzo Millennio (per la verità già iniziato, anche se lentamente) o la fase 2 (si può dire fase 2 di questi tempi?) della comunicazione sia l’era della sincerità. Sì, assieme all’Acquario. Prima o poi la lunga coda del “lava più bianco” si esaurirà, e io spero per allora di essere ancora al mondo, così tanto per farmi un giro sulla macchina nuova. Già trovo piuttosto buffi certi corti circuiti di guru che si mangiano la coda. Quindi dirò ciò che faccio io, e se qualcuno lo trova utile, ben venga!
Voglio scrivere il mio ebook!
Ipotizzo questa situazione, che descrivo al femminile per praticità, ma i signori uomini non si sentano esclusi in alcun modo; solo stavolta facciamo così: siete delle professioniste, avete nelle mani una competenza, e volete farlo sapere. Siete presenti online e pensate bene di creare un contenuto da distribuire (lo volete vendere, lo regalate in cambio dell’email o come omaggio al primo acquisto, o altro a vostra scelta), un contributo che è anche, o soprattutto, testuale. Insomma volete scrivere un opuscolo, un libricino, un breve manuale. Tutto questo, lo chiameremo ebook per fare prima.
Sempre googlando la nostra domanda di prima troviamo diversi link ad articoli che elencano le 5/10/enne fasi per la pubblicazione di un ebook. L’elenco inizia col brand, prosegue col marketing e finisce con tecniche e strumenti tecnologici. Ad un certo punto, abbastanza in alto nella to-do-list trovate scritto “scrivere”. E basta. Vorrà dire che questa fase è una cosa da poco, giusto? Qualcuno addirittura lo esplicita e dice “scrivere è la parte facile”. Mannaggia a me, sarebbe l’unica dove avrei qualcosa da dire. Anzi no, meglio: da fare. Che faccio, cambio idea? No, preferisco coprire quella parte lì, quella da cinque minuti, aiutando – nel caso – qualcuno che proprio in quella parte “così facile” si incaglia, e il suo progetto finisce spiaggiato come un’otaria, che se ne sta lì beata a prendere il sole. Solo che noi volevamo salpare, non farci la tintarella.
Ah, perché scrivere è un po’ rognosetto, vero? Specie per chi non lo fa mai. Diciamo la verità, fare i temi non ci piaceva neanche a 13 anni, poi la vita fortunatamente è andata in un’altra direzione, e noi abbiamo sviluppato i nostri altri talenti. Solo che ora è tutto uno scrivere (ci avete fatto caso?), e se poi si intende produrre un ebook, va da sé che di scrivere stiamo parlando.
Perché molti non arrivano a pubblicare, o lo fanno davvero male?
E qui, sempre per chi mi conosce, arriva il mio #ilmondosidivideindue, e multipli. In questo caso, chi “sa” scrivere e chi no. Forse siete esperte in una materia, ma scrivere di fatto è una materia diversa, un altro mestiere. Certo, qualcuno ha entrambi i doni (e forse anche altri), e buon per lui/lei. Non sempre è così, ma questo non significa che anche voi non dovrete arrivare a mettere nero su bianco la vostra conoscenza, le vostre competenze, per veicolarle e farne oggetto di comunicazione.
Ah, ma per scrivere stanno uscendo delle app, software e AI. Faranno loro. Beh, ancora no, siamo realisti. Mi suona un po’ come una serata romantica con una bambola gonfiabile. Non è proprio la stessa cosa, ammettiamolo. A me personalmente nemmeno l’autobiografia di Stephen King o i 40 punti di Umberto Eco, spassosi, paiono delle vere guide pratiche, cioè applicabili fruttuosamente, figuriamoci un “Scrivi il tuo ebook in due settimane, senza sforzo” (di peggio si può trovare solo “Scrivi il tuo ebook di successo”. Orticaria. Luci. Sipario).
Siccome ho detto, “Sipario”, per oggi la chiudo qui. Per oggi.
NOTA 1
Di Rockstar vs mercato ha parlato anche Riccardo Skande Scandellari in un suo interessante intervento a Diskos cui ho partecipato lo scorso 8 ottobre.
NOTA 2
Non mi sentirete mai dire “io so scrivere”, perché sono contraria al concetto. Posso dire che mi piace, che mi viene relativamente facile, e che spesso chi legge apprezza. Fine. Credo dovrebbe essere altrettanto per quasi tutti.
NOTA 3
Questo, come gli altri post, è stato scritto in almeno tre riprese diverse, ma forse sono quattro, partendo da appunti e spunti da fonti varie, da riflessioni mie fatte in occasioni davvero stravaganti, e condensa alcuni fatti durati mesi. Scritto, riscritto, smembrato (fino a diventare 2 post), e forse ancora non mi soddisfa. Ma siccome me lo pubblico online, per ora esce così.