Il nido dell’anima

Annabaldo

Con Tandem è nato il romanzo-non-romanzo che fa appassionare al feng shui.

Quella de “Il nido dell’anima” è una RnR molto particolare, che non ritengo nemmeno sia corretto scrivere perché parlerei di un lavoro cui ho partecipato in prima persona. Non posso, dunque, valutarlo da critica esterna o dire perché vale la pena leggere questo libro (che comunque consiglio caldamente).
Posso però festeggiare il successo di Michela Martini, l’autrice, posso gongolare alla lettura delle recensioni entusiaste dei lettori, e posso raccontare il backstage, ovvero tutto quello che è accaduto prima del fatidico 20 luglio, data in cui il libro ha cessato di stare nelle nostre mani, per passare all’editore. Lo scritto aveva spiccato il salto senza ritorno, e una volta ritornato a terra sarebbe stato definitivamente libro. È accaduto in un momento di apnea da parte di Michela; io, devo confessare, ero molto meno coinvolta perché per me era un lavoro fatto, finito, già partito per tutto quello che lo aspettava, e che sapevo sarebbe stato buono.

A dire il vero, non sapevo quanto buono.
Lo sto realizzando ora.

Il post è lunghetto, e si articola in:         
Tema generale
Perché dovresti scrivere un libro?
Il paziente zero
FASE 1: cosa vuoi davvero scrivere? Fare, disfare, rifare le idee.
FASE 2: riempire le scatole.
FASE 3: insomma, quando si scrive?
FASE 4: godersi il successo

Dunque, me la prendo comoda e parto dall’inizio. Se vogliamo ancora dubitare che le cose accadano senza un perché, che non troviamo (o siamo per altri) le persone giuste nel momento giusto, allora possiamo non credere a quanto vi racconto ora. Io e Michela ci siamo conosciute forse vent’anni fa. Lei proponeva in una fiera uno dei suoi primi allestimenti ispirati al feng shui, io ne parlavo, da ufficio stampa della manifestazione. La materia mi ha subito conquistata, da curiosa che sono, ma ovviamente il mio interesse attivo non è andato oltre qualche altro incontro, conferenza, e forse qualche libro sul tema. Per la mia prima casa mi fece la consulenza, indicandomi come rimediare ad un ba-gua* che le faceva storcere il naso (e a me quel naso che si storceva preoccupava moltissimo). Ammetto che non ricordo molto altro, anche perché qui non intendo raccontare la storia delle nostre vite, ma in qualche altra occasione io e l’architetta feng shui ci siamo nuovamente incrociate, sempre apprezzandoci e godendo di una sintonia immediata.

La faccio breve e arrivo dritta al lock down. Qualcosa di buono doveva pur far fruttare, questa situazione assurda! Ho pensato, fatto schemi, seguito innumerevoli consigli di coaching e auto coaching, cancellato tutto e fatto a modo mio, sono tornata sui miei passi ripescando i foglietti degli appunti. Ho cercato il mio “perché”, rispondendo alla domanda “cosa ti piace DAVVERO fare?” (eliminando risposte tipo “le torte” o “cantare” perché non avrebbero portato a nulla di realistico). Ho ridotto all’osso quello che usciva, andando all’essenziale, ed è venuto fuori TANDEM. Ne parlo un’altra volta, ma in sostanza Tandem è: hai voluto la biciletta (scrivere un libro, meglio un breve e-book*)? Ora pedaliamo! Sì perché non ti lascio pedalare da sola, col rischio che ti stanchi prima di arrivare in fondo, che non cominci neanche, o che tu vada fuori strada. Nemmeno ti dico “dai qua che faccio io”. No, si pedala insieme, io guardo avanti, decidiamo insieme, tu scrivi e io riscrivo, e si arriva in fondo.

Perché dovresti scrivere un libro?

Quindi ti aiuto a scrivere quel libro rimasto nel cassetto troppo a lungo. Attenzione, non un libro di narrativa, di introspezione, o un’autobiografia. Per quello servono scrittori, romanzieri. Io parlo di una pubblicazione che porterà la tua firma di professionista, e che userai per farti conoscere, apprezzare, per consolidare l’aura di competenza che ti circonda, per far capire il tuo stile e il tuo pensiero. In una parola, per costruire il tuo personal brand e farti promozione.
Per questo gli ingredienti sono essenzialmente tre: una storia da raccontare, la capacità di scrivere (per farsi leggere) e la promozione. Quindi diciamo che il successo arriva da un prisma triangolare, una piramide. Se mi sforzo esce anche il quarto ingrediente e allora facciamo un tavolino con le sue quattro belle gambe. In ogni caso, attenzione che i tre punti servono tutti e se ne manca uno solo non si va da nessuna parte. Altra cosa, neanche uno di loro è gratis, nel senso che intendeva Lydia Grant alla New York School of the Performing Arts come la conosiamo noi, ragazzini degli anni ‘80: “Queste cose costano, ed è esattamente qui che si comincia a pagare. Con il sudore”.  

Gli appunti di “Storia di G.”

Oggi Michela, in qualità di autrice, viene invitata in tutta Italia come esperta della sua materia. È il libro che costruisce la sua competenza? Certo che no, ne è semmai la summa, ma promuoversi attraverso il libro le dà modo di farsi conoscere in modo gradevole, di parlare della sua competenza in contesti che non sono quelli diretti della consulenza (tipo tra soli architetti), ma incontrando un pubblico vasto, di appassionati, perfettamente “in target” per i suoi servizi, e interessati a leggere il suo libro.

Torniamo al backstage. Mi serviva il “paziente zero” (ormai il gergo è quotidiano). Non una cavia, ma una “persona” nel senso del marketing, qualcuno di reale che corrispondesse alla mia idea. Un libro da far nascere per poter raccontare come è stato scriverlo insieme. E allora ho pensato: Michela Martini come minimo vuole, anzi DEVE scrivere un libro, e forse ha bisogno del mio affiancamento. E qui possiamo solo immaginare la faccia di Michela quando, a primavera inoltrata (o era quasi estate?) si vede arrivare una mia telefonata: “Michela, ho pensato che dovresti scrivere un e-book sul feng shui”. Per fare pari, nemmeno lei immagina la mia, di faccia, quando mi risponde: “Io ce l’ho già, e si tratta di un libro. Però è nel cassetto, ovvero nella mia testa. Basta “solo” scriverlo”.
Ecco, appunto: solo scriverlo. E come mai non è mai stato scritto, in tanti anni che sta lì nel cassetto? A quel punto non potevo più tirarmi indietro, e così siamo partite.

FASE 1: cosa vuoi davvero scrivere? Fare, disfare, rifare le idee.
Michela voleva scrivere un romanzo. A quel punto, sulla base dell’esperienza catastrofica da cui ero reduce*, ho pensato di abbandonare. Non fa per me, non scrivo romanzi. Però non ero convinta, e ho iniziato a discuterne con l’autrice, spostando il suo orientamento in direzione di una fattibilità (mi è andata bene che Michela sia uno spirito pratico, e una progettista, non a caso). Siamo arrivate a definire cosa avrebbe dovuto essere questo libro: un racconto vivo, reale, che sulla base di una storia vera faceva conoscere da una parte il metodo di consulenza di Michela, dall’altra i principi base del feng shui.

Per dire cosa è, si deve anche dire cosa NON è.

“Il nido dell’anima” non vuole essere un manuale per tecnici, ce ne sono tanti e sono dei tomi illeggibili; non deve essere un romanzo, perché non siamo in grado di romanzare la vicenda; non deve essere un libretto “how-to”, perché il feng shui è materia articolata che non si esaurisce in quattro consigli da rotocalco femminile. Su questa falsariga, Michela ha coraggiosamente scritto nella prefazione anche chi non dovrebbe leggere il suo libro.

FASE 2: riempire le scatole.
Non è come “dai la cera, togli la cera”, si tratta di razionalizzare il materiale, creando una struttura logica. Come organizzarlo? Da una parte la storia di G., e la consulenza esattamente come si è svolta, dall’altra i principi feng shui da illustrare. In più, i materiali visivi da inserire, parte viva del testo. Io visualizzo questo non tanto come indice, ma come una serie di scatole da riempire, esattamente con il contenuto che si è deciso. Forse una qualche suggestione arriva dal mio trasloco in tre fasi, dove sarei potuta morire sotto gli scatoloni, e invece no, perché erano fatti bene, con logica e funzionalità (almeno all’inizio).

FASE 3: insomma, quando si scrive?
Solo alla fine si scrive, sapendo dove si va. Anche qui, tempo e fatica sono tripartite. La progettazione vale tanto quanto la scrittura, e la terza fetta la vuole la riscrittura. Sì perché se con le scatole non si scrive a fiume (lasciamo il flusso di coscienza agli artisti, ai terapeuti e ai corsi di scrittura), è vero anche che si parla di prima stesura, cui seguiranno non si sa quante riscritture, cancellature, cesellature, revisioni.
Con Michela le cose sono andate esattamente come avrei sperato, e come Tandem può funzionare: lei scrive volentieri, quindi produceva il suo materiale restando a tema con le scatole, che sono state decise di comune accordo, in base al suo racconto di ciò che aveva a disposizione, al netto di diverse scelte di non toccare proprio alcuni temi. Qui intervengo io con una prima riscrittura: in alcuni punti ho diluito, aggiungendo, in altri ho concentrato, ho cambiato struttura delle frasi, ho ascoltato la musicalità del testo, ho sciolto certi nodi inevitabili dello stile di ciascuno, ho ridotto i tecnicismi quando mi parevano eccessivi, e così via. Il tutto rispettando la personalità dell’autrice e sempre sottoponendo le modifiche come proposte da discutere.

Spoiler: io (ma IMHO nessuno)
non insegno a scrivere.

Se non è la tua arte, butta giù le idee grezze e lascia che altri le confezionino al meglio per te. Scrivere è un processo, un lungo apprendistato, fatto non so nemmeno io di quali ingredienti. Se vuoi pubblicare in tempi umani e non ti viene da scrivere, ma anche tutto il resto, chiama aiuto. Fai prima e arrivi in fondo. Non ha senso cominciare con gli ABC di chi, dopo aver fatto la lezione, se ne va e ti lascia lì impastoiato con le tue idee e le parole che non arrivano.

FASE 4: godersi il successo
Trabocchetto! Non è la fase 4, sarà almeno la nr. 7 ma qui poco importa. Avevo fretta di arrivare al lieto fine, anzi al lieto “on the way” perché il libro sta viaggiando molto. Ho letto recensioni e commenti davvero lusinghieri, uno tra tutti dice più o meno, cito a memoria, “si lascia leggere e quindi ho affrontato una materia insolita, lasciandomi conquistare dalla storia”. Non mi pare poco; se il libro crea ostilità, da chiuso farà ben poco il suo lavoro.

Il mio obiettivo è raggiunto in pieno. Ora tocca alla promozione, che Michela sta facendo a tamburi battenti, con un’energia invidiabile. Ma questa è un’altra storia.
Come prosegue Tandem? I libri come “Il nido dell’anima” saranno pochi. Chi ha bisogno di creare contenuti originali e ben orchestrati sono per me diverse categorie di professionisti, ai quali soffio in un orecchio di scrivere degli e-book, snelli ed essenziali, su contenuti tecnici ma non troppo, e mai noiosi. Se poi saltano fuori altre storie pazzesche, temo che finirò come il gatto rispetto la curiosità.

 

NOTE
NOTA 1: BA-GUA è uno schema della casa ideale secondo il feng shui, con tutte le aree equilibrate. Si sovrappone alla piantina di casa vostra e si scopre che, quasi sempre, manca qualcosa. È qui che entra in gioco l’antica sapienza cinese che aiuta a ricreare armonia. (Michela non volermene, l’ho detta così, al volo)

NOTA 2: con e-book intendo uno scritto breve, diciamo di 15/20 pagine, da utilizzare per la promozione del proprio business. Meglio se in serie, così da affrontare a puntate diversi temi, e farsi leggere con semplicità.

NOTA 3: Michela è anche una degli ospiti di Machemoka, altra idea nata nel lockdown (che dovrei portare avanti)

NOTA 4: venivo da un clamoroso buco nell’acqua. Ho analizzato il mio errore, in quel caso. Il cliente era troppo confuso a riguardo (da “non deve essere un manuale” dell’inzio a “manuale di…” di come poi è finita, con altri. Mi pare esplicativo), e a fronte di tanta indecisione non si affidava a me. Mi ha lasciato ad indovinare le sue volontà mutevoli, per poi dire che non facevo al caso suo. Stendiamo un velo pietoso. Però tutto insegna!